Quattro. Questo è il numero di medaglie vinte da atleti russi (fino a oggi) nel biathlon, i quali tuttavia, hanno deciso di gareggiare sotto un' altra bandiera. L'ultimo dei medagliati si chiama Sergey Novikov che ieri nell'individuale ha conquistato un sorprendente argento a pari merito con il leggendario Bjoerndalen. Bisogna dire che Novikov, anche se di origini russe, ha gareggiato sin da giovane nella Bielorussia, e non è mai stato un talento cristallino, soprattuto nella componente dello sci di fondo; questa medaglia è frutto in particolare della sua precisione al poligono, e della scarsa precisione che hanno avuto molti altri nella gara di ieri.
Se può passare la decisione di lasciar andare Novikov a gareggiare per un'altra nazione, non si può fare altrettanto per Anastasia Kuzmina, sorella del promettente biathleta Anton Shipulin, che ha cambiato cognome e nazionalità, essendosi sposata con il fondista slovacco Kuzmin, il quale a sua volta gareggia per Israele. Questa atleta oro nella sprint ed argento nell'inseguimento, era promettente sin da giovanissima ed è stata per tanti anni compagna di stanza della Boulygina, medaglia di legno nella sprint.
Nell'individuale femminile, un'altra atleta russa in tutto e per tutto, Elena Khrustaleva, che gareggia per il Kazakistan, ha conquistato la medaglia d'argento alle spalle di Tora Berger. La Khrustaleva sino a ieri aveva raccolto poco o nulla, ed era passata alla ribalta prima di questi giochi per aver posato nuda in un servizio fotografico. Prima di questi giochi aveva inoltre promesso di piazzarsi almeno in una gara tra le prime 7 posizioni, tra lo scetticismo generale, visto che il suo miglior risultato era un sesto posto ai mondiali dello scorso anno di Pyeong Chang.
La Russia, ancora senza medaglie nel biathlon, non può far altro che sperare di vincere qualcosa nelle staffette o nelle mass start che si terranno nei prossimi giorni, con la speranza di non rivedere sul podio atleti e atlete che sono stati lasciati andare via troppo presto.
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